SANT'ANTONIO ABATE

Sant'Antonio Abate Sant'Antonio Abate non è un illustre sconosciuto, ma è il monaco più illustre della Chiesa antica (250-356).
Nato a Come nel cuore dell'Egitto, a vent'anni Antonio si sentì chiamato a seguire il Signore nel deserto udendo nella liturgia il Vangelo: "Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi e dallo ai poveri". Dopo aver abbandonato ogni cosa per seguire alla lettera il consiglio di Gesù, si rifugiò dapprima in una plaga deserta e inospitale tra antiche tombe abbandonate e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse per ottant'anni vita di anacoreta.
Il richiamo della sua straordinaria avventura spirituale si propagò a tal punto che da tutto l'Oriente, monaci, pellegrini, sacerdoti, vescovi, e anche infermi e bisognosi, accorrevano a lui per ricevere consigli o conforto. Lo stesso Costantino e i suoi figli si mantennero in contatto con il santo anacoreta.
Pur prediligendo la solitudine e il silenzio, Antonio non si sottrasse ai suoi obblighi di cristiano impegnato a riversare sugli altri i doni con cui Dio aveva ricolmato la sua anima: due volte egli lasciò il suo eremitaggio per recarsi ad Alessandria, sapendo che la sua presenza avrebbe infuso coraggio ai cristiani perseguitati da Massimino Daia. La seconda volta vi si recò dietro invito di Sant'Atanasio, per esortare i cristiani a mantenersi fedeli alla dottrina.

Non è possibile parlare di questo illuminato "contestatore" senza accennare alle tentazioni che turbarono la sua solitudine nel deserto e che fornirono a pittori come Domenico Morelli il pretesto per ritrarlo tra donne procaci: Sant'Antonio fu infatti bersaglio di molteplici tentazioni del maligno che gli appariva sotto sembianze angeliche, umane e bestiali.

PROTETTORE

Questo santo umanissimo, pur nell'austera immagine dell'anacoreta, è veneratissimo come protettore degli animali domestici e del bestiame in genere, in particolare di maiali e cavalli, umile ruolo che lo rende tuttora popolare ed amato: il 17 gennaio vengono benedetti animali e stalle ponendoli sotto la protezione del santo. Ma è anche protettore di molte attività che si collegano agli animali come tosatori, fabbricanti e commercianti di tessuti, guantai, fabbricanti di spazzole (che un tempo si facevano con le setole dei maiali), macellai, droghieri, pizzicagnoli e salumieri poichè vendono prodotti a base di maiale o per conservarne la carne. Protegge gli animali dalle malattie come lo scorbuto e i parassiti interni.
Le leggende popolari dicono che per la festa del loro protettore, le bestie venivano trattate amorevolmente, ben nutrite, esentate dal lavoro e, ovviamente, non potevano essere macellate. La notte di Sant'Antonio gli animali acquistano la virtù, cioè hanno la facoltà di parlare, e nelle stalle i contadini possono capire ciò che dicono le loro bestie. Le bestie diventano umane. Si dice infatti che, in questa magica notte, gli animali acquistino la parola.

Fu reputato essere potente taumaturgo capace di guarire malattie terribili. Non è per niente chiaro il perchè sia invocato anche nelle malattie veneree e protegga i fucilieri, i confettieri e i fabbricanti di stoviglie. È fra i protettori dei becchini perchè si dice abbia sepolto cristianamente l'abate Paolo, dei panerai perchè per non stare in ozio intrecciava cestini, degli agricoltori perchè si dice che negli ultimi anni coltivasse un orticello, degli eremiti visto che fu il fondatore del monachesimo, dei campanari perchè si racconta che nel luogo dove erano custodite le sue reliquie, portate in Francia da un crociato, accorressero tante di quelle persone che fu necessario costruire un ospedale. Questo era retto dall'Ordine Ospedaliero degli Antoniani, appositamente creato e che aveva come insegna la gruccia a T, attributo del santo, i quali, si pensa, per sfamare tutte queste persone allevavano maiali che scorrazzavano per la città, affidati alla pubblica carità. Ma la moltitudine dei maiali creò problemi igienici, fu necessario sopprimerli, lasciando in vita solo quelli appartenenti all'ordine purchè fossero contraddistinti da una campanella. E la campanella passò negli attributi del santo. Ma la campana è anche simbolo del grembo materno, era connessa alla Grande Madre come il maialino, come lui simbolo di morte e di resurrezione.

Inoltre, tutti coloro che hanno a che fare con il fuoco vengono posti sotto la protezione di Sant'Antonio, in onore del racconto che vedeva il santo addirittura recarsi all'inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori. Per questo, tra i molti malati che accorrevano per chiedere grazie e salute, molti erano afflitti dal male degli ardenti, la dolorosa infiammazione virale l'herpes zoster comunemente chiamato "fuoco di Sant'Antonio": Sant'Antonio Abate era invocato perchè aveva sopportato nel suo corpo piaghe dolorosissime scatenate da Satana, proprio come un fuoco infernale.
Sempre dovuto al suo dominio sul fuoco, è invocato anche contro gli incendi, nonchè anche sugli uomini per tutte le malattie della pelle, contagiose, scabbia, peste, prurito e foruncoli compresi.

ICONOGRAFIA

Generalmente rappresentato sotto l'aspetto di un vegliardo dalla lunga barba, avvolto nel saio monastico, il santo ha il capo coperto dal cappuccio, come nelle immagini più antiche, come il mosaico di Monreale e l'affresco dell'Eremo di Sant'Onofrio sul Monte Morrone presso Sulmona. Viene comunque rappresentato sia in veste di monaco ed eremita, sia in veste di abate mitrato, in abiti vescovili.
Viene sempre raffigurato con molti animali domestici attorno e questo binomio era così profondo nell'immaginazione popolare che, quando un animale si ammalava veniva detto "un santantonio".
Gli attributi che più sovente accompagnano la figura di Antonio sono, in ordine cronologico di apparizione iconografica, il bastone di eremita, il porcellino, il campanello ed il fuoco.

GIORNO DI FESTA

È festeggiato il 17 gennaio.

IMMAGINI